Minimalismo digitale 101

Grafica di Giovanni Marcon

 

Avrai già sentito nominare la parola minimalismo, probabilmente con accezione negativa, elitista, impropriamente vista come sinonimo in qualunque contesto della omonima corrente artistica.

La parola minimalismo riferita alla sfera digitale non è in realtà una trasposizione cross-mediale del filone artistico, ma è una filosofia dai fini pratici che prova a mettere ordine e limiti nel rapporto con la tecnologia che quotidianamente ci assiste, informa, ma troppo spesso anche distrae e manipola.

Il minimalismo digitale si pone l’obiettivo di trattare i dispositivi moderni come assistenti digitali che ci rendono persone migliori e che non occupano spazi appartenenti ad altre aree del quotidiano.

Vediamo ora con calma a quali problemi questo paradigma dell’interazione uomo-macchina cerca di porre soluzione.

 

Come bambini in una sabbiera

Nel mondo contemporaneo, sin negli aspetti più intimi della nostra quotidianità, siamo circondati da strumenti digitali che riteniamo indispensabili, come fossero estensioni della nostra persona. E parliamoci chiaro, in molti casi lo sono veramente, come i tanto amati e discussi social network, i nostri volti binari.

Non è facile capire sin dalle prime interazioni se questi strumenti sono realmente fondamentali ed effettivamente migliorano il nostro vivere nel mondo reale, oltre che in quello digitale. Qualunque servizio, applicazione e funzionalità ci pone una lista di pro (e di contro) a cui far fronte. Tutto nell’immediato ci appare utile, e decidiamo dunque di installare ogni nuovo strumento anche solo se intravediamo una piccola potenzialità o comodità (nonostante, come vedremo fra poco, ciò comporti l’accumularsi di un gran numero di svantaggi non immediatamente evidenti).

Perché limitarsi ad usare una applicazione per scrivere quando ne posso installare quattro ognuna con i suoi pregi e con i suoi difetti? Perché limitarsi ad avere un solo social, con il rischio (assai remoto) di perdere delle connessioni importanti? Perché cancellare le foto doppie, se tanto ho spazio?

Sono proprio questi piccole scuse ricorrenti che ci aggiogano nell’usare tutti i servizi possibili, a guardare molte più pubblicità di quanto umanamente sopportabile, e a disperdere senza considerazione la propria identità digitale senza alcun riguardo per la nostra privacy.

Siamo come bambini che giocano con tutta la sabbia che trovano: la mescoliamo, la modelliamo e poi spesso la distruggiamo, non curanti delle conseguenze delle nostre azioni.

Se però giocare con la sabbia è, per definizione, un gioco fine a se stesso, usare incurantemente applicazioni di aziende il cui interesse è esclusivamente il profitto non lo è.

Disperdere spesso involontariamente frammenti della nostra identità e della nostra privacy, esporci a rischi di sicurezza, generare più secchielli di sabbia di quanti ne potremmo mai spalare.

Rischiamo di rimanere soffocati nell’informazione che noi stessi creiamo, perdendoci nelle sabbie mobili del marketing aggressivo e della manipolazione dei magnati della Silicon Valley.

Il cluttering digitale è un fenomeno che inevitabilmente attanaglia ognuno di noi, almeno finché non ci poniamo il serio obiettivo di rivedere le nostre priorità produttive e di intrattenimento. E non interessa solamente il lato software, quindi degli strumenti digitali, ma anche i dati in sé come foto, video, musica e molto altro.

E’ troppo tardi per ripensare il nostro approccio con il digitale?

Per me no, ed ora ti racconto di come sono passato dall’usare il telefono per tre ore minimo al giorno (senza rendermene conto) all’usarlo la metà del tempo, di come ho trovato il tempo di aprire (questo) blog e di come ho ricominciato a leggere più di tre libri al mese.


Saranno tante piccole accortezze a cambiare il nostro mondo

Come potresti intuire da questa maltrasposta citazione del Grigio (o dovrei forse dire il Bianco? ), non serve essere drastici per migliorare i nostri rifugi digitali.

Ecco dunque una lista esaustiva delle accortezze che ho sperimentato sulla mia pelle per più di un mese e che ho trovato estremamente funzionali nel ridurre l’uso improprio della tecnologia.

1. Rimuovi tutte le notifiche che non rappresentano una reale interazione umana o che sono prorogabili

Notifiche push di live Istagram, reminder di utilizzare applicazioni, badge che ti informano della nuova foto di tuo zio di decimo grado, offerte di applicazioni di fast shopping, notizie lampo con la rassegna dei morti del giorno, diecimila messaggi sul gruppo della festa di compleanno di un lontano amico: chi più ne ha più ne tolga.

Tutte queste notifiche inutili ti fanno sentire (spesso compiacevolmente) impegnato, desiderato, al passo.

Possono sembrare innocue, invece creano una continua fonte di distrazione, una vera slot machine dell’attenzione. Quante volte ti è capitato di sentirti assalire da un’ansia improvvisa nei pochi momenti in cui trovi lo schermo privo di nuove notifiche?

Cosa stai aspettando? Considerazione? Intrattenimento?

Senza scendere in inutili complottismi, è ormai chiarissimo che i servizi social, di news e intrattenimento, persino i servizi mail, vogliono che tu sia un consumatore prima ancora di essere un essere umano. Una tramoggia di contenuto e quindi di pubblicità. La tua attenzione è il loro oro nero.

Fortunatamente è semplice uscire da questa situazione: sia iOS che Android incorporano gestori di notifiche avanzati e in grado di dare ordine e priorità alle notifiche.

Ecco quale equilibrio ho trovato, e da cui puoi partire a costruire il tuo:

a) crea una lista di persone quali amici stretti e familiari che possono (e devono) poterti contattare in qualunque momento. Un cellulare che non suona alle chiamate importanti è un cellulare inutile. Dai la tua attenzione immediata a chi ha dimostrato di meritarsela.

b) rimuovi tutte le notifiche dei social: live, aggiornamenti, storie, news, dm.

Se vuoi essere presente a te stesso prima che agli altri, datti il potere di decidere quando una certa cosa ti interessa o no. Non morirai se leggerai i dm qualche ora dopo, quando avrai la voglia, il tempo e l’attenzione per ciò.

c) rimuovi tutte le notifiche delle app di shoppig.

No Amazon, non ho bisogno che alle tre del pomeriggio, quando sto scrivendo, tu mi ricordi di comprare altri cavi per il cellulare.

d) silenzia i gruppi troppo grandi

Dedica la tua piena attenzione solo alle tue conoscenze strette. Se avrai bisogno di fare una domanda o di ricavare una informazione dai gruppi affollati come quello dell’università allora aspetta che le discussioni siano finite.


2. Elimina tutte le applicazioni e programmi doppioni

Quando adottiamo una nuova tecnologia ci dobbiamo fare sempre queste sette domande:

  • A quale bisogno sto cercando di porre rimedio?

Esempio: ho bisogno di un programma di scrittura per lo studio e organizzare gli appunti.

Poniamo che, a causa degli studi universitari, abbiamo necessità di un programma di scrittura comodo in cui memorizzare e creare appunti, schemi e PDF.

  • Sto cercando una soluzione ad un bisogno che mi ha creato un’altra applicazione o è un bisogno reale?

In questo caso l’origine del bisogno è concreta, perché Word, Pages o altri programmi comuni non sono in grado di creare un database di pagine al proprio interno.

  • Qual è la applicazione che meglio risponde a questo mio bisogno?

Ci informiamo su YouTube, su siti vari e visitiamo le pagine dei papabili servizi. Notiamo che vengono consigliati spesso Notion, Obsidian ed EverNote.

  • Di quali funzionalità non posso fare a meno?

Le nostre note devono essere sempre accessibili, anche da più dispositivi, quindi è ovvio che il servizio che ci serve sarà in Cloud. Dobbiamo inoltre poter inserire formule matematiche complesse e poter facilmente condividere i file, quindi dovremmo avere un supporto per il LaTeX e un file sharing robusto. Deve essere veloce e responsivo anche se scriviamo molte pagine di formule.

Stiliamo in ordine di priorità queste funzionalità:

1- gratuito per uso personale

2- accessibilità anche da smartphone

3- supporto formule matematiche

4- velocità e responsività

5- condivisione semplice

  • Quali svantaggi comporta questa applicazione?

Dopo attente ricerche, scopriamo che Notion è in Cloud, supporta le formule ed il file share, in più è gratis per uso individuale. Tuttavia non ci permette di scrivere offline e rallenta se creo documenti troppo grandi con dispositivi poco potenti.

Obsidian d’altra parte ci permette di scrivere offline ed è velocissimo, ma non è in Cloud (a meno di pagare una iscrizione di parecchi euro al mese, cosa che vogliamo evitare) e non ha un supporto ai widget robusto sulla sua applicazione per smartphone.

Scartiamo EverNote perché l’interfaccia non ci piace.

Entrambi i nostri candidati coprono i nostri bisogni primari, mentre quelli secondari non del tutto. E’ altamente improbabile che troveremmo mai l’applicazione perfetta, dunque bisogna fare dei compromessi: preferiamo il Cloud pienamente supportato o la velocità del servizio?

Dopo aver consultato la nostra lista delle funzionalità essenziali decidiamo che il Cloud è la priorità, quindi optiamo per Notion. Sarà estremamente remoto il caso in cui non avremo una connessione ad internet, e in quel caso un semplice file di testo di Notepad (o Apostrophe per gli amanti di Linux) e le note del telefono ci permetteranno di complementare le lacune.

  • Quante funzionalità non utili a me ci sono un questa applicazione?

Dopo un uso di un paio di settimane di Notion, notiamo che abbiamo perso più tempo a creare il setup perfetto di Notion per noi che effettivamente a scrivere. Scopriamo che si parla così tanto del servizio più perché la gente ama condividere i propri setup di lavoro perfetti che effettivamente per usarli. Abbiamo quindi la necessità di semplificare il più possibile il setup tramite la personalizzazione. Eviteremo quindi distrazioni inutili e ci concentreremo solo sul lavoro.

  • Questo mio bisogno, dopo aver provato l’applicazione ed aver valutato gli aspetti negativi, è davvero più grande degli effetti collaterali che comporta?

Alla fine abbiamo soddisfatto il nostro bisogno e possiamo disinstallare tutte le applicazioni che hanno lo stesso scopo di Notion e delle note del telefono. Via Word, via Obsidian, teniamo solo l’essenziale. Nel disperato caso in cui ci serviranno saranno sempre sull’ App Store, non fuggono. In questo caso abbiamo trovato un grande aiuto nell’impiego del servizio e con i dovuti accorgimenti abbiamo minimizzato gli effetti collaterali.

Se si fosse trattato di scaricare un nuovo social, il bilancio finale potrebbe essere stato estremamente differente.

Questo stesso discorso lo si può (e lo si deve) fare retroattivamente con tutte le applicazioni che usiamo. Come regola generale, se puoi sostituire una applicazione con un link diretto al sito allora possiamo disinstallarla, acosì come tutti i servizi che rispondono ad uno stesso bisogno.


3. Rendi i social network efficienti per i tuoi scopi

E’ assai probabile che non ricordi il perché hai scaricato alcuni social ma, come abbiamo appena visto, non è mai troppo tardi per farsi delle domande.

Se prendiamo il caso di Instagram o Facebook si potrebbe generalmente rispondere con la classiche frass “per rimanere in contatto con gli amici lontani” oppure “perché ce li hanno tutti”(per quanto poi queste frasi siano più uno slogan che un effettivo bisogno). Ecco, è proprio nella vaghezza della nostra risposta che nuotano questi servizi: nel porsi come rimedio di un problema (reale o imposto), introducendone però molti altri di soppiatto. Se pensiamo invece più nel dettaglio a come impieghiamo il tempo nell’applicazione la situazione si fa più chiara.

Ci interessa, nel nostro caso, vedere i post e le storie di nostri amici vicini e lontani e poter scrivergli nei dm. Non si tratta quindi di vedere i contenuti di tre, quaranta, cento influencer,che probabilmente già seguiamo su altri social come YouTube e per cui su Instagram siamo solo carne da macello per la pubblicità. Non si tratta di vedere per tre ore reels e meme.

C’è probabilmente una discrepanza non indifferente tra il come vogliamo e il come usiamo i social.

Non è colpa nostra. Come già evidenziato, le aziende dietro a questi servizi, poiché capitalizzano sulla nostra attenzione, hanno tutto l’interesse del mondo nell’incoraggiare un uso vago, inefficiente e rendere l’esperienza il meno personalizzabile possibile. Se vengono spesi milioni in ricerca e sviluppo un motivo c’è.

Le soluzioni?

  • Nascondere o smettere di seguire tutte le persone i cui contenuti non fanno parte dei nostri intenti. Ripuliamo il feed da influencer (capaci o meno). Se seguiamo uno youtuber, un giornale o un fotografo già su altri lidi, togliamoli da Instagram.
  • Scegliamo un segmento orario della giornata in cui frequentare i social. Come i notiziari 24h, non abbiamo bisogno di vedere ogni contenuto nell’istante in cui viene pubblicato. Non usiamo i social appena svegli, a colazione, sulla metro o il treno, nelle pause universitarie o al lavoro, prima di cena e prima di andare a dormire. Dopo il declutter dei profili questa routine ci renderà solo nervosi nel non trovare continue storie e post nuovi, e va bene così. Basterà una volta o due al giorno, per un quarto d’ora circa.
  • Per non cadere nella trappola dei reel o altre facili distrazioni, mettiamo un timer di utilizzo dell’applicazione (anche abbondante) nella sezione Salute e Benessere digitale del nostro smartphone. Non si tratta quindi di un vero e proprio limite, ma di una semplice sberla digitale che ci faccia rendere conto che guardare dieci minuti i reel va bene, ma cinquanta no.
  • Nel caso in cui ci interessasse solo una piccola parte dell’esperienza offerta dal social (come i soli dm di Instagram), anziché usare la applicazione dell’ App/Play Store, possiamo accedere alla sola sezione del sito dal motore di ricerca dello smartphone o pc. Basta creare una shortcut alla home e poi mettere tutto in una cartella dei link delle app con cui abbiamo questo tipo di interazione limitata. E’ quello che ho fatto in prima persona con Reddit: dopo ben quattro anni di impiego mi sono reso conto che visitavo l’applicazione per pochi subreddit specifici, per poi perdermi nel mare di contenuti faciloni e immediati (simili ai reel di Instagram). Ho quindi disinstallato l’applicazione e ho creato dei link specifici ai soli subreddit che mi interessavano veramente. Allo stesso modo, potete entrare nei dm di Instagram o nella bacheca di un gruppo FaceBook senza passare per le home. Come conseguenza indiretta, essendo i siti web meno forniti di funzionalità rispetto ad una interfaccia ad-hoc delle applicazioni dedicate, ci sentiremo genuinamente meno attratti ad usare il servizio per tempi prolungati. Questo ci fa rendere conto della importanza della subdola psicologia che fa funzionare questi servizi.

Potresti invece optare di eliminare totalmente dal dispositivo il servizio. Relegare il controllo dei social al solo pc è molto utile, se si vuole impedire di avere accesso continuo da smartphone.

Ti potrà sembrare impossibile, ma dei quindici minuti che mi dedico al giorno per Instagram spesso non ne uso neanche dieci. E’ questa nuova consapevolezza nell’uso che mi fa trovare il tempo di essere qui a scrivere oppure in giardino a leggere.

Provare per credere.


4. Ripensa le tue fonti di informazione

Come già accennato nel punto precedente, potrebbe essere il caso di smettere di seguire le pagine dei giornali dai titoloni accattivanti sui social. Questo perché tramite di essi sapremo di sicuro di molte cose, ma sapremmo discutere su molte poche cose. Seguire le notizie mano a mano che escono può inoltre portare a formare una opinione su dati parziali e molto spesso errati, oltre che a porre una costante angoscia. L’informazione di qualità è quella dei siti web dedicati, della stampa affermata che approfondisce e spende tempo negli articoli d’inchiesta, cosa che mio nostro malgrado la stampa generalista italiana sembra sempre trascurare.

Ma non preoccuparti: spolverare l’inglese ogni tanto non fa male. Fai un elenco degli argomenti di cui genuinamente ti interesserebbe sapere di più: Arte, musica, Intelligenza artificiale, politica globale, tecnologia di consumo o molti altri. Scegli quindi dei siti affermati in quel campo, nel mio caso Bloomberg, BBC, Quanta Megazine e aggregatori di notizie elaborati come Ground News per l’estero e l’Ansa per l’Italia. Crea poi il solito gruppo di link nella home del telefono o nella barra dei preferiti del browser che ti possa portare verso una informazione di livello con la stessa facilità con cui apri Instagram. Ricorda che la cultura si forma nel tempo, e quindi basterà dedicare almeno un quarto d’ora ad un paio di articoli completi al giorno per avere argomenti di discussione validi piuttosto che venti titoloni su cui sai ben poco.


5. Trova fonti di intrattenimento di maggiore qualità e valore

Stessa situazione dell’informazione, forse addirittura più delicata. Per quanto si rida e ci si diverta nel guardare brevi video sui social (di cui però non avremo assolutamente ricordo dopo qualche ora) anche l’intrattenimento di massa ha una sua dignità artistica. Dedica tempo a standup comedy studiate per colpire nel segno, a serie tv e film cult che pongono dei dilemmi e ti muovono realmente, non a contenuti banali come l’ennesima serie Netflix dai risvolti paranormali. Lo so, starai pensando “ma se ho due minuti al telefono non mi metto a guardare un film.” E hai ragione. In quei due minuti fai una piccola ricerca dei film da guardare assolutamente e che ti mancano. Così non avrai mai dubbi quando accendi il televisore su quale film guardare.


6. Imposta una modalità “senza distrazioni” efficace

Togliere la suoneria del telefono non servirà se come già ho scritto conviene agire rimuovendo le fonti di notifiche frivole. Tuttavia, quando stiamo studiando o lavorando, può esserci la necessità di tenere il telefono con sé per visualizzare un PDF, consultare delle reference, copiare un esercizio, o fare una rapida ricerca ma di non voler proprio nessuna notifica. La modalità senza distrazioni di Andorid e quella anche più potente di iOS è la soluzione giusta.

Inserisci tutte le app che non ti servono per lo studio o per il lavoro nella lista di esclusione ed è fatta. In caso tu sia estremamente abitudinario negli orari puoi persino impostare una routine che abiliti la modalità in automatico nelle ore in cui sei impegnato. Questa modalità inoltre ti consente di prenderti delle piccole pause di 5, 10 o 30 minuti quando desideri tornare a usare il cellulare per poi avere la certezza di tornare concentrato sulle tue attività.

In tutti gli altri casi in cui lo smartphone non ci è necessario tenerlo lontano dallo sguardo nella stanza affianco (in modo da poter comunque sentire le chiamate in arrivo) è la soluzione migliore. Diversi studi hanno provato che più teniamo lo smartphone da noi, più saremo concentrati sul nostro operato.

Anche qui, provare per credere.


7. Disiscriviti dalle pubblicità e mantieni pulita la casella mail

Se anche te come me sei abituato a iscriverti a mille siti anche solo per consultare una pagina o un articolo allora ti ritroverai sicuramente la casella email piena di pubblicità o promozioni. Inizia con l’archiviare di blocco da pc tutte le mail nella home del tuo software mail. Mano a mano che arrivano le nuove mail prenditi un attimo di tempo per decidere se vuoi continuare a rimanere iscritto ai suddetti siti e servizi. Disiscriversi è semplice: su gmail basta andare sui tre puntini affianco al titolo e selezionare “annulla iscrizione” oppure, nel caso non ci sia l’opzione, in fondo alle mail in piccolo c’è sempre un link “Unsubscribe” che ti riporterà alla pagina in cui annullare l’iscrizione. Ricordati di confermare sempre il cambiamento delle preferenze. Anche i social come Facebook tendono a mandare mail continue: nel mio caso è bastato disiscriversi dal social direttamente (oppure disattivare l’account). E’ poi l’ora di togliere e archiviare le mail tra i preferiti che ormai non sono più rilevanti o utili.

Per fare in modo che questa pulizia sia sostenibile, ogni volta che leggi una nuova mail scegli subito se archiviarla o eliminarla. Non avrai mai più diecimila mail non lette da temere.


8. Dividi l’utilizzo delle applicazioni tra i tuoi dispositivi

Potrebbe sembrare una scelta drastica, in realtà è una conseguenza diretta dell’uso intenzionale delle applicazioni di cui ti ho già parlato nel punto 2.

Per quanto ti possa sembrare conveniente avere la stessa applicazione o servizio su più dispositivi, nella maggior pare dei casi risulta dannoso per la tua capacità di concentrazione. Semplificare l’utilizzo dei propri dispositivi richiede una semplificazione lato software delle scelte che questi ci offrono. Se si tengono solamente le applicazioni di reale necessità su un dispositivo che ci deve garantire affidabilità d’uso, sicurezza e efficienza, allora rimuovere le potenziali scelte ci fa sentire più in controllo.

Ci sono applicazioni che hanno come funzione il mettere in comunicazione i nostri dispositivi (o che pieghiamo a tale scopo). Ad esempio mi trovo spesso ad usare Telegram su tutti i miei dispositivi poiché mi consente un passaggio dei file più rapido e intuitivo che caricarli su un drive dedicato.

Esclusi questi pochi casi, ogni applicazione o software deve avere un suo dispositivo di preferenza. In molti casi è semplice: se ci serve scrivere senza distrazioni è probabile che preferiremmo installare una applicazione su un portatile o un pc fisso piuttosto che su uno smartphone.

Altre applicazioni invece, come i social, puntano sulla vaghezza del loro utilizzo, spingendo gli utenti a scaricarle su ogni dispositivo in loro possesso. Questa pratica è pericolosa e va a minare l’immediatezza e la semplicità di utilizzo dei nostri assistenti digitali. Ogni applicazione deve essere installata nel solo dispositivo in cui più risaltano le sue caratteristiche positive.

Se, per esempio, come me non usi quasi mai Discord su telefono poiché è principalmente un mezzo di comunicazione relegato al tempo trascorso a casa, dove ho accesso al pc fisso, non trarresti nessun vantaggio nell’avere l’applicazione sul tuo smartphone.

Prova quindi a pensare in quali situazioni utilizzi ogni applicazione sul tuo smartphone, portatile o fisso e se la piattaforma in cui lo hai installato è veramente la scelta migliore. La chiarezza mentale e la fiducia nel proprio assistente digitale emergono solamente quando siamo certi che il dispositivo è in grado di dare il meglio di sé nei compiti che noi gli abbiamo assegnato.

Come effetto collaterale questa pratica ci porta ad avere un set limitato e conciso di strumenti disponibili su ogni dispositivo. Sarà dunque impossibile cadere nel tranello della analysis paralisis, poiché non avremo scelte improduttive o poco efficaci per risolvere i nostri problemi.


9. Crea elementi di frizione che ti risparmino dal controllare sempre il telefono

Basta mettere in carica il cellulare sulla scrivania anziché sul comodino per annullare la tentazione di controllare lo smartphone esattamente prima di andare a dormire e all’immediato risveglio il giorno seguente. La pigrizia umana è in questo caso la nostra migliore arma. Questi piccoli elementi di frizione spaziale ci permettono di avere i nostri dispositivi a fianco solo nei momenti di reale necessità, lasciando spazio per le altre attività che ci danno soddisfazione nella giornata. Diversi studi hanno dimostrato che avere il proprio smartphone nel campo visivo nei momenti di lavoro o di intrattenimento alternativi riduce notevolmente l’attenzione, anche se non li si usa.

Alcune applicazioni come InControl oppure One Sec permettono di creare invece elementi di distrazione digitali anziché spaziali.

Durante il processo di decluttering digitale, e dunque prima di avere instaurato il miglior rapporto di fiducia con il proprio assistente digitale, questi piccoli stratagemmi ti permettono di ritrovare i tuoi spazi nella vita quotidiana e di mettere in dubbio gli ambiti in cui i nostri dispositivi diventano ostacoli per una quotidianità sana anziché aiutarci e potenziarci.

Allo stesso modo in cui troviamo disturbante un commesso che, una volta entrati in un negozio, ci inonda di domande e risposte che in quel momento non ci sono d’aiuto, anche un dispositivo troppo potente e presente può rivelarsi un ostacolo ad una quotidianità sana piuttosto che aiutarci.


10. Trova almeno due libri su argomenti che veramente ti interessano ( o un’altra attività simile)

Con il ritrovato tempo che risparmi dall’usare in modo poco efficiente e disorganizzato i tuoi dispositivi puoi scegliere di introdurre una attività che ti fornisca soddisfazione quotidiana e ti migliori come persona, mentalmente o fisicamente.

Leggere

Potrà sembrare banale, ma la lettura è una delle risposte più efficaci a questo overflow di tempo libero. Per esperienza personale ho constatato che sono pochissime le persone, soprattutto in età scolastica e universitaria, a trovare nella lettura un passatempo valido. Molti di quelli che non leggono abitualmente, con tutta probabilità, hanno avuto un approccio infelice alla lettura per come viene presentata a scuola: nozionistica, pesante, irrilevante.

Definire un medium come la lettura come un veicolo della sola dottrina scolastica è quanto di più distante dalla realtà ci possa essere. Non c’è argomento che non sia stato trattato in almeno un libro.

Se si ha anche un solo interesse, allora si ha di sicuro una fonte quantomeno infinita di testi da leggere, approfondire e consultare su quell’argomento. La stessa ricerca di un nuovo libro da leggere può dare emozione e soddisfazione. Costruire la propria piccola biblioteca personale è per me e per molti fonte di grande gioia.

La chiave sta nel trovare non un libro di cui vantarsi o che più ti è stato consigliato, ma un libro che genuinamente ti invogli alla lettura. Leggere è tutto fuorché un peso. A meno di incappare in pubblicazioni scadenti e mal scritte è difficile aver perso tempo con la lettura.

Se non hai idea di cosa iniziare a leggere, prova questa semplice stratagemma: apri YouTube e guarda quali sono le tue ultime ricerche, oppure i video che più ti risultano accattivanti e interessanti nella home. Cerca poi dei libri su tali argomenti. Nello specifico ti consiglio di scegliere le tue prossime letture a due a due: una volta finito il primo libro non avrai di che aspettare per trovarne un secondo. Così facendo non rimarrai mai a corto di letture. All’interno degli stessi libri poi vengono citati altri testi. Con tutta probabilità, se il libro che stai leggendo è di tuo interesse, lo saranno anche le stesse fonti. Se come me poi ti potrebbe interessare scrivere a proposito degli spunti che ti danno i libri, allora fotografa le pagine che più ti colpiscono e riuniscile in una cartella che funzioni da think box.

La lettura di libri non è tuttavia l’unico hobby culturale che ti potrebbe interessare: fumetti, o imparare una nuova soft skill come il disegno o un programma di grafica può risultare estremamente divertente. Dai priorità però alle attività analogiche, ovvero che non contemplino come focus centrale il guardare uno schermo. E’ stato dimostrato che le attività pratiche sono anche quelle che più ci danno soddisfazione (se ti interessa l’argomento, ti consiglio di approfondire l’Ikea effect).

Passeggiare

Un’altra soluzione che può portarti gioia con poco sforzo è la cosiddetta camminata della gratitudine. Lascia il telefono a casa, o portalo via solo per ascoltare la tua musica preferita, cammina, pensa. Stare all’aperto è fondamentale per l’essere umano, e riflettere su ciò che per cui siamo grati durante una passeggiata può essere rigenerante.

Scrivere

Tenere un diario è forse la soluzione più economica alla noia. Ci permette di avere uno spazio personale in cui noi definiamo i limiti e le regole, in cui ci si può esprimere senza giudizi, in cui parlare a se stessi.

Ricorda: un diario non deve per forza essere aggiornato ogni giorno. Tu fai le regole. Tu sai quando hai bisogno di esprimerti.

Personalmente tengo un diario in cui scrivo ogni giorno i tre risultati anche piccolissimi che mi rendo fiero, che mi hanno fatto fare un passo avanti, più un piccolo commento mattutino e serale alla giornata. C’è molto da scrivere al riguardo, perciò ti rimando all’articolo che sicuramente in futuro scriverò sull’argomento.


11. Fa che le regole diventino routine

La capacità di tollerare delle auto-imposizioni come il limite di tempo nell’utilizzo dei social dipende dalla personalità di ciascuno di noi.

Per questo, al fine di creare un cambiamento sostenibile è necessario tramutare queste imposizioni e regole in una routine. Dopo circa un mese dall’inizio del decluttering digitale il tuo nuovo approccio ai dispositivi digitali dovrebbe aver evidenziato le maggiori criticità del tuo approccio precedente e dovresti essere stato in grado di prendere delle decisioni.

Se hai applicato tutti i punti visti in precedenza allora è probabile che questo nuovo equilibrio emerga da sé. Avere accesso alle applicazioni e a internet solo nei momenti opportuni e sui dispositivi opportuni dovrebbe bastare a non farti più deragliare verso le nottate di binge watching su YouTube o sul compulsivo scroll e ansia da aggiornamenti e interazione.

 


Articoli, video e libri che ho consultato sull’argomento:

La società della performance, Maura Gancitano, Andrea

Solitudine. Il ritorno a se stessi, Anthony Storr

Minimalismo digitale. Rimettere a fuoco la propria vita in un mondo pieno di distrazioni, Cal Newport